Digital recruiting
Perchè la cover letter non funziona più.

Ad oggi la parola magica è: velocità. Tanto nel recruiting quanto in tutto il resto - ma,focalizzandoci sul primo, prendiamo di petto un argomento in particolare: la lettera dipresentazione. Quel documento ostinatamente presente quando ci si vuole candidare daqualche parte e abitudine difficile da abbandonare. Un tempo strumento cardine durante leselezioni, rischia oggi di risultare anacronistico.
Perché? E in quali contesti ha ormai perso la sua funzionalità?
Italia e PMI - Piccole e Medie Imprese
L'Italia, caratterizzata da un tessuto economico dominato da piccole e medie imprese (PMI),mostra una realtà in cui gli investimenti in tecnologie avanzate sono spesso limitati. La maggior parte di queste aziende utilizza versioni basilari e/o freemium degli Applicant Tracking Systems(ATS), che raramente gestiscono efficacemente documenti ulteriori al semplice curriculum (e, spesso, faticano pure con quello). Di conseguenza, lettere di presentazione e compagnia finiscono per non essere né letti né considerati.
Recruiter? Nelle PMI?!
Nei piccoli contesti aziendali, dove le risorse umane sono spesso gestite da personale non specializzato, la figura del recruiter è quasi assente o accroccata lì per lì. I dipendenti di reparti come amministrazione, vendite o contabilità si ritrovano a gestire le selezioni "al volo". Questa mancanza di specializzazione porta a una lettura superficiale dei materiali di candidatura, dove la cover letter è spesso ignorata a favore di una rapida occhiata al CV – presente, no?, i famosi 7secondi di dedizione.
Il volume delle candidature
Un altro fattore critico è il volume delle candidature: in un'azienda di dimensioni ridotte, dove una singola persona gestisce centinaia di candidature, il tempo dedicato alla lettura delle lettere di presentazione è praticamente nullo. Questo scenario si traduce in un'analisi rapida e spesso superficiale, centrata esclusivamente sul curriculum vitae.
Giusto? Sbagliato? Sacrosanto, if you ask me.
Personalizzazione personalizzazione personalizzazione
Un tempo si riteneva che la lettera di presentazione fosse il mezzo attraverso il quale personalizzare la propria candidatura. Sicuramente, nell’epoca che fu, questo elemento era tanto importante quanto il curriculum. Ricordiamoci l’Europass: mica si poteva personalizzare e la lettera era un’aggiunta necessaria per aggiungere qualcosa di noi.
Tuttavia, ad oggi, anche questa aggiunta di elementi personali (e non prettamente professionali in senso stretto) può essere sfruttata attraverso un CV composto a propria immagine:presentazione iniziale, elementi interessanti, punti forti, curiosità e tanto altro – insomma, non più solo data di inizio/fine impiego – nome azienda - responsabilità.
Vogliamo renderlo un gioiellino? Impariamo ad usare parole chiave e competenze specifiche che catturano l'attenzione degli ATS – e dei recruiter!
Contesti specifici: Big Corp e settori creativi
Nonostante il declino nell'uso quotidiano, in grandi aziende con risorse umane ben strutturate e sistemi ATS come Dio comanda, la lettera di presentazione può ancora avere un suo spazio. Lo stesso vale per settori altamente creativi, dove la capacità di esprimere idee e personalità rimanefondamentale. In questi contesti, un documento ben articolato può effettivamente fare la differenza, evidenziando il candidato in un ammontare indefinito di CV standardizzati e candidature automatizzate.
Le Big Corp, solitamente, vantano anche un ufficio HR ben strutturato – per cui sì, ci sono molte più possibilità che tutto ciò che accompagna il CV venga letto.
Se lavorate e/o cercate nel settore artistico, però, puntate soprattutto sul portfolio!
L'impatto della digitalizzazione
Senza girarci intorno, è un qualcosa che ha trasformato radicalmente il modo in cui le aziende gestiscono le assunzioni. Gli ATS sono progettati per ottimizzare e velocizzare il processo discreening, focalizzandosi su parametri quantificabili e facilmente analizzabili. In questo scenario, la lettera di presentazione, con il suo contenuto intrinsecamente soggettivo e meno quantificabile, diventa meno rilevante.
Suggerimento pratico: se decidete di includere una lettera di presentazione, considerate l'aggiunta di un elenco puntato che evidenzi eventuali KPI raggiunti e le responsabilità specifiche che sono pertinenti per la posizione a cui vi candidate. Questo formato, più in linea con i criteri di selezione degli ATS, può aiutare a rendere il vostro documento più compatibile e direttamente rilevante, aumentando le possibilità che le informazioni chiave vengano notate(anche - e soprattutto - dai recruiter). Prendete spunto dalla descrizione del lavoro per cui vistate candidando, assicurandovi di riflettere i termini e le competenze chiave menzionatine all'annuncio.
Conclusione: tech, innovazione (oh no, una buzzword), candidature
Qui nessuno prova odio specificatamente per la lettera di presentazione (oh beh beh beh, audace da parte mia...) ma è necessaria una riflessione puntuale e che si rifaccia al contesto lavorativo attuale: nel 2024 si parla più di AI che esseri umani, quindi perché non accettare che le tecniche di ricerca lavoro devono andare di pari passo? Non è questo il momento per disquisire su quanto questo sia più o meno corretto, ma una realtà resta tale anche se non a tutti piace.
La lettera di presentazione, pur avendo ancora un ruolo in contesti specifici, deve essere utilizzata con consapevolezza del contesto in cui si opera.
E ora a voi la parola!
La lettera di presentazione sopravviverà all'evoluzione tech e delle pratiche di assunzione? O sarà definitivamente sostituita da metodi più moderni e automatizzati (alcune aziende chiedono brevi video – elevator pitch che sembrano reel di Tik Tok)?
Diteci un po’!